"Chi sei tu?"
La domanda di Zoe sull'identità dell'anziana venuta a prenderla finalmente era stata pronunciata.
Dopo aver cercato una stanza, per poi ripartire il giorno dopo, finalmente Zoe poteva sapere chi era quella donna così misteriosa.
"Prima di risponderti" disse l'anziana "avrei una cosa da chiederti. La tua mamma ti ha mai parlato di me?."
Zoe fece cenno di no con la testa.
"Lo immaginavo" sentenziò la donna "Comunque una promessa è una promessa. Vedi, mia cara, io sono una lontana parente tua e di tua madre. Pensa, mia cara bambina, ti ho vista nascere. Io mi chiamo Agata."
Zoe provò ad immaginare il nome e lo ripeteva tra sé e sé.
"Posso chiamarti nonna?" chiese titubante Zoe.
Agata sorrise.
"Certo che mi puoi chiamare nonna."
"Ma la mia vera nonna dov'è? Dove sono tutti?"
La voce di Zoe quasi si ruppe.
Agata rimase molto imbarazzata da questa domanda e questo fu notato da Zoe che decise di cambiare argomento.
"Nonna, hai detto che mi hai vista nascere. Com'ero?"
La nonna sorrise.
"E' stato un parto molto difficoltoso e insieme avevi così tanta voglia di nascere. Ricordo ancora il tuo pianto fragoroso e squillante. Pensa mia cara piccola, sono stata una di quelle che ti hanno tenuta subito in braccio."
Altre domande aveva in mente Zoe ma Agata la interruppe.
"Zoe, abbiamo tutto il tempo per conoscerci, per fare altre domande. Ora dormiamo che domattina dobbiamo svegliarci presto."
Zoe non riuscì ad addormentarsi subito. Riguardò la sua nonna o meglio colei che lei può chiamare nonna. Un pensiero le balzò in testa. E se in realtà, Agata fosse la sua vera nonna? Perché dire che è una lontana parente?
Comunque quello che la consolò era che magari d'ora in poi non si sentirà sola.
Così abbracciò il suo orsacchiotto e si addormentò in quella camera desolata.
Un'immagine fuoriuscì dalla sua mente, un sogno fugace.
Una ragazza in volo su una manta che attraversa il cosmo.
Cosa potrebbe mai essere?
Zoe riabbracciò l'orsacchiotto: la velocità del volo le sembrava troppo forte.