"Come fai a non ricordarti il tuo nome?" gli chiedo stupita.
"Non me lo ricordo più." mi risponde con tranquillità insistendo sempre con lo sguardo.
"Sì, ma come è successo?"
"Mi ricordo solo di essermene andato dalla mia terra. Volevo andare via per sempre. Quando mi sono voltato per salutarla un'ultima volta, è scomparsa e così è scomparso anche il mio nome."
E così non ha più il nome.
"Ma perché hai lasciato la tua terra?" gli chiedo curiosa.
"Perché ero solo. Tutti se ne sono andati via, tutti anche quelli che mi stavano antipatici. Non mi piace star da solo, non mi piace essere abbandonato e così ho deciso di andarmene."
Abbandonato... capisco molto bene la sua sensazione. Anch'io per un po' mi sono sentita così e ho fatto fatica ad ambientarmi alla nuova condizione. Quando tutto sembrava andare per il meglio, ecco che comincio a crescere.
"Così anche tu crescerai. Anche tu te ne andrai via."
Anche lui riesce a leggere il pensiero? Ah no, ha notato che ho un po' di seno.
"Dove devo andare?" gli chiedo.
"Non lo so, ma prima o poi tutti se ne vanno."
"Anche tu te ne sei andato."
"Mi sono sentito costretto ad andarmene. Non mi piace star da solo. Comunque sarebbe così bello se tutti rimanessero dove sono."
"Non si può rimanere per sempre dove siamo."
"Ah no?" mi chiede sempre con quel sorriso però posso vedere la sua tristezza. Anzi la percepisco chiaramente con questi occhi.
La luce che lo contorna porta con sé dell'incertezza. Non è limpida.
"Perché sorridi sempre?" gli chiedo.
"Perché sono un demone."
"E un demone non può piangere?"
"Solo quando è da solo."