Benvenuti nel mio mondo fatto di fili. Il lavoro è arduo, ma ogni tanto cercherò di scrivere qualcosa. Vi consiglio di leggere tutti i miei passaggi così da tenervi informati. Se volete commentare fate pure. L'importante è che ci sia sempre un nome per distinguervi e che siate corretti.


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domenica 25 ottobre 2015

56) Agata

"Chi sei tu?"

La domanda di Zoe sull'identità dell'anziana venuta a prenderla finalmente era stata pronunciata.
Dopo aver cercato una stanza, per poi ripartire il giorno dopo, finalmente Zoe poteva sapere chi era quella donna così misteriosa.

"Prima di risponderti" disse l'anziana "avrei una cosa da chiederti. La tua mamma ti ha mai parlato di me?."

Zoe fece cenno di no con la testa.

"Lo immaginavo" sentenziò la donna "Comunque una promessa è una promessa. Vedi, mia cara, io sono una lontana parente tua e di tua madre. Pensa, mia cara bambina, ti ho vista nascere. Io mi chiamo Agata."


Zoe provò ad immaginare il nome e lo ripeteva tra sé e sé.

"Posso chiamarti nonna?" chiese titubante Zoe.

Agata sorrise.

"Certo che mi puoi chiamare nonna."


"Ma la mia vera nonna dov'è? Dove sono tutti?"

La voce di Zoe quasi si ruppe.


Agata rimase molto imbarazzata da questa domanda e questo fu notato da Zoe che decise di cambiare argomento.


"Nonna, hai detto che mi hai vista nascere. Com'ero?"

La nonna sorrise.


"E' stato un parto molto difficoltoso e insieme avevi così tanta voglia di nascere. Ricordo ancora il tuo pianto fragoroso e squillante. Pensa mia cara piccola, sono stata una di quelle che ti hanno tenuta subito in braccio."


Altre domande aveva in mente Zoe ma Agata la interruppe.

"Zoe, abbiamo tutto il tempo per conoscerci, per fare altre domande. Ora dormiamo che domattina dobbiamo svegliarci presto."


Zoe non riuscì ad addormentarsi subito. Riguardò la sua nonna o meglio colei che lei può chiamare nonna. Un pensiero le balzò in testa. E se in realtà, Agata fosse la sua vera nonna? Perché dire che è una lontana parente?
Comunque quello che la consolò era che magari d'ora in poi non si sentirà sola.
Così abbracciò il suo orsacchiotto e si addormentò in quella camera desolata.


Un'immagine fuoriuscì dalla sua mente, un sogno fugace.
Una ragazza in volo su una manta che attraversa il cosmo.
Cosa potrebbe mai essere?




Zoe riabbracciò l'orsacchiotto: la velocità del volo le sembrava troppo forte.

domenica 18 ottobre 2015

55) Pausa

"Dove siamo?"

Ormai la piccola valigia scura che Zoe stava tenendo in mano cominciò a pesare.
"Possiamo fermarci?" chiese Zoe con un filo di voce.
"Va bene" rispose l'anziana.
E così Zoe cadde per terra come se non ci fosse più niente a sostenerla.


"Sei molto stanca vedo." notò l'anziana "Ma che cos'hai in quella valigia?"
Zoe non fece in tempo a fermarla che l'anziana aprì subito la valigia.
Dentro c'era un orso bruno di peluche.
L'anziana era alquanto stupefatta: "Tra tutte le cose che potevi prendere dalla tua camera, ti sei portata dietro un peluche?"
"Un vestito si può ricomprare, il mio orso no."


La risposta di Zoe fu così semplice che l'anziana non proferì più parola. Rigirando l'orso vide che gli occhi erano staccati.
"Vedo che il tuo peluche non ha più gli occhi. Se vuoi lo riparo."
"NO!"
Con un balzo Zoe prese il peluche e lo strinse a sé.
L'anziana era alquanto meravigliata da questa reazione.
"E' così che lo conosco e poi se lo ripari, dovrò cambiargli nome!"


La curiosità verso questo orsetto crebbe sempre di più nell'anziana.
"Ah sì? E come si chiama se posso saperlo?"
"Orsetto Orbetto!"


All'anziana per poco non scappò una risata.
"Orsetto Orbetto?!?" chiese infine con una nota di meraviglia.
"Sì" rispose Zoe "e sono fiera di avergli dato questo nome!"
"Immagino."


L'anziana si allontanò per ridere.
Quando si voltò vide Zoe sconsolata con in mano l'orso di peluche.
"E'...è...è brutto come nome?"
"No affatto" sorrise l'anziana accarezzandole la testa. "Sono rimasta molto stupita dalla tua capacità inventiva."
Zoe non capì molto della frase, ma vedendo il suo sorriso le sembrò una cosa buona tanto che chiese all'anziana: "Visto che tu conosci il mio nome e quello del mio orso, posso sapere il tuo?"


L'anziana rimase meravigliata da questa domanda e sorrise ancora.
"Va bene" rispose "ma prima cerchiamo un riparo per la notte. Solo dopo ti dirò il mio nome."
"E' una promessa?" chiese titubante Zoe.

"Sì è una promessa."


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