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domenica 18 ottobre 2015

55) Pausa

"Dove siamo?"

Ormai la piccola valigia scura che Zoe stava tenendo in mano cominciò a pesare.
"Possiamo fermarci?" chiese Zoe con un filo di voce.
"Va bene" rispose l'anziana.
E così Zoe cadde per terra come se non ci fosse più niente a sostenerla.


"Sei molto stanca vedo." notò l'anziana "Ma che cos'hai in quella valigia?"
Zoe non fece in tempo a fermarla che l'anziana aprì subito la valigia.
Dentro c'era un orso bruno di peluche.
L'anziana era alquanto stupefatta: "Tra tutte le cose che potevi prendere dalla tua camera, ti sei portata dietro un peluche?"
"Un vestito si può ricomprare, il mio orso no."


La risposta di Zoe fu così semplice che l'anziana non proferì più parola. Rigirando l'orso vide che gli occhi erano staccati.
"Vedo che il tuo peluche non ha più gli occhi. Se vuoi lo riparo."
"NO!"
Con un balzo Zoe prese il peluche e lo strinse a sé.
L'anziana era alquanto meravigliata da questa reazione.
"E' così che lo conosco e poi se lo ripari, dovrò cambiargli nome!"


La curiosità verso questo orsetto crebbe sempre di più nell'anziana.
"Ah sì? E come si chiama se posso saperlo?"
"Orsetto Orbetto!"


All'anziana per poco non scappò una risata.
"Orsetto Orbetto?!?" chiese infine con una nota di meraviglia.
"Sì" rispose Zoe "e sono fiera di avergli dato questo nome!"
"Immagino."


L'anziana si allontanò per ridere.
Quando si voltò vide Zoe sconsolata con in mano l'orso di peluche.
"E'...è...è brutto come nome?"
"No affatto" sorrise l'anziana accarezzandole la testa. "Sono rimasta molto stupita dalla tua capacità inventiva."
Zoe non capì molto della frase, ma vedendo il suo sorriso le sembrò una cosa buona tanto che chiese all'anziana: "Visto che tu conosci il mio nome e quello del mio orso, posso sapere il tuo?"


L'anziana rimase meravigliata da questa domanda e sorrise ancora.
"Va bene" rispose "ma prima cerchiamo un riparo per la notte. Solo dopo ti dirò il mio nome."
"E' una promessa?" chiese titubante Zoe.

"Sì è una promessa."


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