Benvenuti nel mio mondo fatto di fili. Il lavoro è arduo, ma ogni tanto cercherò di scrivere qualcosa. Vi consiglio di leggere tutti i miei passaggi così da tenervi informati. Se volete commentare fate pure. L'importante è che ci sia sempre un nome per distinguervi e che siate corretti.


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giovedì 19 novembre 2015

58) Presenze

Ci sarà sempre una nuova alba, un nuovo inizio per te...


Quelle parole risuonavano nelle orecchie di Zoe.
Finalmente ha con sé una persona che importi di lei.


Ci sarà sempre una nuova alba...


Ancora.
E la voce sembrava cambiare, quasi distorcersi.


"Chi sei tu?"
Per un attimo Zoe guardò Agata come se lei fosse un'estranea.
Non sapendo cosa fare, ritornò a dormire.


Ed ecco l'immagine da dove proveniva la voce.






Dopo essere stata un attimo folgorata dalla visione, e riprendendosi un attimo, Zoe chiede alla creatura misteriosa: "Chi sei tu?"
Anche senza avere la bocca, la creatura risponde:


Io sono una voce, un suono che viene tessuto per essere liberato e alla fine mangiato.
Ma ancora non ho accarezzato pienamente la terra, l'aria, il fuoco e l'acqua.
Sono ancora una voce vergine, ho bisogno di maturare.


Chi mi mangerà?
Chi mi farà sua?
Chi vorrà prendermi con sé?



Zoe era titubante: quella creatura dalla strana forma che sembrava essere appena partorita dalla luce aveva una voce che appariva provenire dall'oscurità di un cunicolo.
Eppure quei suoi occhi spalancati sembravano urlare aiuto.
Inoltre non era chiaro se la creatura fosse maschile o femminile.


"Se... se... se non mi fai del male, io sarò tua amica."
Zoe cercava di dissimulare la voce tremula ma non ce la faceva.


La creatura misteriosa si avvicinò e allungò il braccio destro verso Zoe che rimase impietrita ma poi si calmò un attimo quando vide che quella creatura le accarezzò il viso.
Poi si avvicinò ancora di più a Zoe, chinandosi su di lei e sussurrandole all'orecchio:




Tu sei mia amica da molto tempo.

giovedì 12 novembre 2015

57) Una nuova alba

Mattina.
Un'altra mattina per chi si sveglia e per Zoe.
Un'altra mattina come tutte.

Ma Zoe si trovava in un altro edificio, per lei sconosciuto. Si trovava accanto a una donna, sconosciuta anche questa anche se da poco sapeva il suo nome, ovvero Agata, e poche informazioni su di lei.


"Dormito bene?" chiese Agata con un sorriso appena vede Zoe sveglia o almeno si stava svegliando.
"Sì" rispose Zoe sbadigliando.
"Sognato qualcosa di bello?"


La nuova domanda di Agata lasciò la bambina interdetta: nessuno le aveva mai chiesto se aveva sognato qualcosa.

"Eh" rispose imbarazzata Zoe "ho sognato una bambina... No, non io. Ma una bambina più grande di me. Aveva i capelli scuri e volava tra le stelle su uno di quegli animali che ci sono in fotografia."
"Sai che animale era?" chiese incuriosita Agata.

Zoe fece cenno di no.

"Peccato." rispose sempre sorridendo Agata "Ricordi qualcosa di importante nel sogno?"

"La bambina era felice."

Il ricordarsi di quella bambina dal sorriso raggiante la fece sorridere a sua volta e Agata rispose a sua volta con un altro sorriso però il momento dopo quel sorriso si spense.

"Zoe" chiese Agata tristemente "Vedo che con me parli molto, ma dimmi. Perché con la tua mamma non parlavi?"


La mamma. Chissà come sta, pensò Zoe. Chissà se ha dormito e se pensa anche un solo attimo a lei.

"Se non vuoi rispondere, non importa." disse frettolosamente Agata.

"Non parlavo con la mamma perché tanto era inutile. Tanto ogni cosa che dicevo a lei non importava e quindi ho pensato che tanto non era così importante parlare."

























Dopo un silenzio che sembrò durare un'eternità tra la bambina e l'anziana, Zoe si alzò di scatto e si diresse subito nel balcone.
Per la preoccupazione, Agata la seguì.
Davanti a loro c'era una magnifica alba.






Zoe aveva gli occhi pieni di meraviglia, colmi di lacrime che non aspettavano altro di sgorgare, ma un'emozione molto più forte di loro le costringeva negli occhi facendoli brillare.

Agata le poggiò delicatamente una mano su una spalla e le sussurrò: "Non aver paura di quello che è successo in passato e di quello che succederà in futuro. Ci sarà sempre una nuova alba, un nuovo inizio per te."



domenica 25 ottobre 2015

56) Agata

"Chi sei tu?"

La domanda di Zoe sull'identità dell'anziana venuta a prenderla finalmente era stata pronunciata.
Dopo aver cercato una stanza, per poi ripartire il giorno dopo, finalmente Zoe poteva sapere chi era quella donna così misteriosa.

"Prima di risponderti" disse l'anziana "avrei una cosa da chiederti. La tua mamma ti ha mai parlato di me?."

Zoe fece cenno di no con la testa.

"Lo immaginavo" sentenziò la donna "Comunque una promessa è una promessa. Vedi, mia cara, io sono una lontana parente tua e di tua madre. Pensa, mia cara bambina, ti ho vista nascere. Io mi chiamo Agata."


Zoe provò ad immaginare il nome e lo ripeteva tra sé e sé.

"Posso chiamarti nonna?" chiese titubante Zoe.

Agata sorrise.

"Certo che mi puoi chiamare nonna."


"Ma la mia vera nonna dov'è? Dove sono tutti?"

La voce di Zoe quasi si ruppe.


Agata rimase molto imbarazzata da questa domanda e questo fu notato da Zoe che decise di cambiare argomento.


"Nonna, hai detto che mi hai vista nascere. Com'ero?"

La nonna sorrise.


"E' stato un parto molto difficoltoso e insieme avevi così tanta voglia di nascere. Ricordo ancora il tuo pianto fragoroso e squillante. Pensa mia cara piccola, sono stata una di quelle che ti hanno tenuta subito in braccio."


Altre domande aveva in mente Zoe ma Agata la interruppe.

"Zoe, abbiamo tutto il tempo per conoscerci, per fare altre domande. Ora dormiamo che domattina dobbiamo svegliarci presto."


Zoe non riuscì ad addormentarsi subito. Riguardò la sua nonna o meglio colei che lei può chiamare nonna. Un pensiero le balzò in testa. E se in realtà, Agata fosse la sua vera nonna? Perché dire che è una lontana parente?
Comunque quello che la consolò era che magari d'ora in poi non si sentirà sola.
Così abbracciò il suo orsacchiotto e si addormentò in quella camera desolata.


Un'immagine fuoriuscì dalla sua mente, un sogno fugace.
Una ragazza in volo su una manta che attraversa il cosmo.
Cosa potrebbe mai essere?




Zoe riabbracciò l'orsacchiotto: la velocità del volo le sembrava troppo forte.

domenica 18 ottobre 2015

55) Pausa

"Dove siamo?"

Ormai la piccola valigia scura che Zoe stava tenendo in mano cominciò a pesare.
"Possiamo fermarci?" chiese Zoe con un filo di voce.
"Va bene" rispose l'anziana.
E così Zoe cadde per terra come se non ci fosse più niente a sostenerla.


"Sei molto stanca vedo." notò l'anziana "Ma che cos'hai in quella valigia?"
Zoe non fece in tempo a fermarla che l'anziana aprì subito la valigia.
Dentro c'era un orso bruno di peluche.
L'anziana era alquanto stupefatta: "Tra tutte le cose che potevi prendere dalla tua camera, ti sei portata dietro un peluche?"
"Un vestito si può ricomprare, il mio orso no."


La risposta di Zoe fu così semplice che l'anziana non proferì più parola. Rigirando l'orso vide che gli occhi erano staccati.
"Vedo che il tuo peluche non ha più gli occhi. Se vuoi lo riparo."
"NO!"
Con un balzo Zoe prese il peluche e lo strinse a sé.
L'anziana era alquanto meravigliata da questa reazione.
"E' così che lo conosco e poi se lo ripari, dovrò cambiargli nome!"


La curiosità verso questo orsetto crebbe sempre di più nell'anziana.
"Ah sì? E come si chiama se posso saperlo?"
"Orsetto Orbetto!"


All'anziana per poco non scappò una risata.
"Orsetto Orbetto?!?" chiese infine con una nota di meraviglia.
"Sì" rispose Zoe "e sono fiera di avergli dato questo nome!"
"Immagino."


L'anziana si allontanò per ridere.
Quando si voltò vide Zoe sconsolata con in mano l'orso di peluche.
"E'...è...è brutto come nome?"
"No affatto" sorrise l'anziana accarezzandole la testa. "Sono rimasta molto stupita dalla tua capacità inventiva."
Zoe non capì molto della frase, ma vedendo il suo sorriso le sembrò una cosa buona tanto che chiese all'anziana: "Visto che tu conosci il mio nome e quello del mio orso, posso sapere il tuo?"


L'anziana rimase meravigliata da questa domanda e sorrise ancora.
"Va bene" rispose "ma prima cerchiamo un riparo per la notte. Solo dopo ti dirò il mio nome."
"E' una promessa?" chiese titubante Zoe.

"Sì è una promessa."


mercoledì 30 settembre 2015

54) Ritorno

Il tempo per guardare indietro non esiste. 
Mai.
Ma andare avanti è difficile, a volte. 


E ogni cambiamento è un salto nel vuoto, più o meno drastico, più o meno doloroso. 


Lasciare la stabilità momentanea per seguire un'estranea è del tutto folle, ma una strana sensazione sembra ricordare a Zoe che è tempo di avere delle risposte. E quindi bisogna cercarle. Ma risposte a cosa? A quali domande?



Tessendo i fili dei suoi pensieri, Zoe non sa se essere impaurita o felice per quella nuova avventura, ma tenendo in una mano la piccola valigia scura, si avvia verso l'anziana che è venuta a prenderla. 



Lei le protende la mano e Zoe l'afferra. La sensazione della pelle rugosa a contatto con la sua così giovane la pervade fin nella sua profonda essenza. 





Sì, è l'inizio di qualcosa di nuovo. 


Eppure la sensazione è quella di un ritorno.


Strano, perché il tempo per guardare indietro non esiste. 










Questo post appartiene a Romina Tamerici, la vincitrice di questo concorso

martedì 21 aprile 2015

53) Una nuova partenza

Una donna anziana, mai conosciuta prima, richiede la presenza di Zoe.
E' forse una vecchia strega venuta a riscuotere il suo antico patto?
E appena giunta nella sua casa, che cosa succederà a Zoe?
Questo inoltre vorrebbe dire lasciare da sola la madre...





"Non è che poi la mamma si sentirà sola?"






La domanda stupisce sia la madre che la sente parlare sia la donna anziana che le sorride dicendo: "Non ti preoccupare di tua madre. Starà benissimo. Ora vai su e prendi tutti i tuoi vestiti e quello che vorrai portare con te."



Zoe guarda per solo un attimo la madre e corre nella sua stanza.
Intanto che sta decidendo cosa portare via con sé, viene attirata da qualcosa.
Sta tramontando.
Un altro tramonto come quello di tutti i giorni.
Eppure forse questo tramonto ha altro da dire...


"Zoe!!! Sei pronta?!?"


Una voce dal basso sta tuonando.
Non c'è tempo per pensare ai tramonti, neanche quello per guardare indietro.



giovedì 22 gennaio 2015

52) La luna azzurra

Zoe non capisce.
Non comprende perché gli altri ridono di lei.
Che cosa ha detto di male?
Dopotutto lei la vede la luna azzurra. Non se la sta mica inventando.
Che cos'è la luna azzurra?
E' così che lei chiama quella sfera così assomigliante alla luna che però si vede di giorno.
La luna azzurra è come un leggero disegno a matita su uno strato spesso e blu di vernice.
Sembra essere trasparente, ma non è invisibile.
Allora perché non le credono?
Neanche gli altri bambini della sua età.
Ah, se Zoe avesse qualche potere magico, saprebbe benissimo cosa fare.
Prenderebbe la luna, così da farle alcune domande, e la filmerebbe.
Tutti gli altri, bambini e adulti compresi, non potranno che starsene zitti e con la testa bassa al vedere il filmato.
Non si può non credere alla luna.
Ma Zoe non ha poteri magici.
E' solo una bambina e non può fare altro che fissare il soffitto dal suo letto.


"Zoe, vieni qui."


La madre sta chiamando e sembra una cosa urgente.
Zoe si mette le pantofole, chiude la porta della sua camera cercando di non sbatterla troppo forte e va nella sala da pranzo.


Una donna dai lunghi capelli d'argento la sta osservando con un sorriso
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