I giorni vanno e io continuo al districare fili.
Potrebbe sembrare routine, ma in realtà mi accorgo che ogni filo è unico anche se appartiene alla stessa ragnatela.
Appena lo stringo, ne sento il suono e ciò mi diverte tanto che a volte cerco di imitare quel suono. Quando lo faccio poi, sento il filo fremere: forse crede che stia comunicando con lui.
A questo sorrido.
Mi sto anche abituando i sogni. Dopotutto non sono diversi da quando non "vivevo" sulla Terra anche se ora per raggiungerli devo per forza chiudere gli occhi.
Nel mio osservare gli umani, ho notato che spesso per concentrarsi, per distaccarsi dal mondo esterno, chiudono gli occhi come se quello che vedono, facesse loro violenza.
I sogni, miei e degli umani che visito, li ricordo tutti, ma quest'ultimo in particolar modo.
Mi chiamava e allora pensavo che la voce avesse preso un altro aspetto, un altro tono. Chiamava il mio nome, Aulonia. Non mi sono spaventata: lo fa sempre.
Quando mi sono diretta verso la voce vedo questa creatura.
Imprigionata in una ragnatela colorata, (o solo appoggiata?), chiede di me.
Il sogno finisce così, con quest'apparizione: mi sono svegliata
5 commenti:
Assomiglia molto ad uno degli dei Australiani del "tempo del sogno".
Alex
Davvero?! Non ho mai letto niente degli dei australiani. Forse qualcosa, ma niente di specifico.
Se non ricordo male,credoon che gli dei abbiano camminato sulla terra,cantando le cose e i viventi e poi andandosene in qualche luogo.
Lo chiamavano appunto il tempo del sogno.
Davvero intrigante e mi sembra comune a molte mitologie. Alcuni popoli credevano che gli dei in un tempo lontanissimo camminavano assieme a loro.
E adesso cos'è questa cretura che viene a stravolgere il corso degli eventi? Ok, proseguo.
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